Infertilità maschile: come prevenire e curarla. Consigli utili per non farci trovare impreparati

Infertilità maschile: come prevenire e curarla. Consigli utili per non farci trovare impreparati

È il sogno di tutti, o quasi. Essere padre, così come madre, rappresenta il completamento di un lungo percorso di vita e di amore, nella realizzazione completa di una famiglia. Un desiderio talmente grande che spesso è costretto a fare a pugni con la triste realtà di chi deve sudare e, nel peggiore dei casi, rassegnarsi alla paternità o maternità. Oggi poniamo particolare attenzione sull’impossibilità di mettere al mondo un figlio a causa dell’infertilità maschile.

L’infertilità è un problema abbastanza comune e secondo uno studio pubblicato sul sito dello specialista Giulio Garaffa si stima che, nel mondo occidentale, una coppia su dieci sia infertile. Trattasi di un fenomeno piuttosto sottovalutato, ma che la scienza ha spiegato come sia alla base addirittura del 50% dei casi di mancata gravidanza. Una tesi che smentisce il luogo comune vissuto per secoli, in base al quale nel momento in cui la donna non riusciva a donare un erede al marito le responsabilità principali erano attribuibili a lei stessa.

Le cause che possono portare all’infertilità maschile sono molteplici e gran parte di esse evitabili attraverso uno stile di vita corretto. La prevenzione è fondamentale anche in questo delicato aspetto e pone le radici sin dall’adolescenza. Non fumare, avere un’alimentazione corretta, l’obesità e la pratica sessuale. Sì, perché anche fare sesso sicuro rappresenta una soluzione adottabile nell’ottica di una fertilità maggiore. È possibile infatti contrarre malattie per trasmissione sessuale come la clamidia o gonorrea che alzano la percentuale di infertilità fra gli uomini.

Si può iniziare ad allarmarsi riguardo l’impossibilità di mettere al mondo un figlio nel momento in cui dopo circa un anno di rapporti sessuali senza precauzioni la propria compagna non resta incinta. Se entrambi hanno però superato i 35 anni è bene cominciare a fare dei controlli dopo circa sei mesi: l’esame più idoneo per l’uomo è ovviamente lo spermiogramma. Nel momento in cui il numero di spermatozoi è inferiore ai 15 milioni per ml, o gli spermatozoi dotati di motilità progressiva è inferiore al 32% del totale, o se una percentuale di spermatozoi inferiore al 4% del totale ha una forma alterata, ecco che si può credere ad una possibile infertilità maschile.

Bisogna precisare che l’alterazione di questi valori non necessariamente vuol dire non poter avere figli, ma semplicemente che occorrono cure ed ulteriori controlli per fare in modo che ciò avvenga. Nel caso estremo di verificata infertilità, quella della fecondazione assistita rappresenta la soluzione ideale e più utilizzata per diventare genitore.

Nell’ottica di prevenzione occorre fare attenzione alle regole più comuni quali: inquinamento di acqua e cibo, assunzione di steroidi ed anabolizzanti, abuso di alcool e fumo. È consigliato superati i 20 anni recarsi ogni due anni dall’andrologo, medico specializzato del settore.

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