La biblioterapia: quando leggere aiuta a sentirsi meglio

La biblioterapia: quando leggere aiuta a sentirsi meglio

Dal 9 al 13 maggio il Lingotto Fiere ospita il 32° Salone Internazionale del Libro di Torino e offre ai molti amanti della lettura di immergersi in un mondo fatto di pagine e pagine di parole scritte e di emozioni. Durante il Salone ragioniamo sull’importanza del contatto fisico e mentale con la pagina.

Già Aristotele pensava che la letteratura potesse avere un’influenza positiva e curativa sulle persone, Successivamente gli antichi romani scoprirono il legame tra medicina e lettura. Solo nel 1937, tuttavia, lo psichiatra  Karl Menninger iniziò a parlare di libro-terapia nella cura delle malattie mentali.


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“Con il termine biblioterapia – ci spiegano i docenti del Corso di Laurea in Sociologia dell’Università Popolare degli Studi di Milano – Università di Diritto Internazionale  (qui il link per richiedere la brochure gratuita) – s’intende l’utilizzo di testi letterari, come romanzi, ma anche saggi, come mezzo per promuovere il benessere psicologico, sociale, culturale, per ampliare la consapevolezza; utile anche a far fronte a situazioni di disagio psicologico, sociale ecc. ”

Un mondo che apre spiragli su migliaia di vite, personaggi, autori che narrano gesta ed esperienze attraverso i secoli. Il contatto fisico con la pagina, lo dicono recenti studi, è un rimedio per la salute e il benessere psicofisico. La lettura – dicono medici e psicologi – è allenamento per il cervello, aiuta a  mantenersi giovani ed è utile per combattere lo stress.

La biblioterapia,  dunque, è una vera e propria cura, un’ancora di salvezza e strumento di crescita personale, di conoscenza, tanto da essere usata anche a scopo terapeutico, soprattutto in situazioni di disagio psicologico e sociale .

Leggere un libro, mentre si stacca la spina dalla quotidianità, permette di riflettere, scoprire nuovi punti di vista e, cosa da non dimenticare, anche di fantasticare… tutte tecniche che ci fanno trovare il giusto equilibro, in compagnia di un amico fedele che ci fa stare bene: il libro.

Sovente i malesseri dell’anima, i disagi emotivi ed affettivi  non dipendono necessariamente da vere patologie, quanto piuttosto dalla solitudine,  dalla mancanza di spazio delle proprie esigenze interiori e dalla necessità di dare un senso alla propria vita. Leggere e scrivere , può veramente dilatare lo spazio interiore ed aiutare a ripristinare l’equilibrio, creando uno scambio tra lettore e autore che comunica sentimenti,  riflessioni , vie di salvezza e consapevolezza nonchè di crescita ed approfondimento tant’è vero che è sempre più diffusa tra le cliniche e le strutture ospedaliere  la pratica di utilizzare i libri  per agire in profondità come un farmaco fondamentale per “trasformare” il necessario “cambiamento”.

C’è anche chi utilizza  un insieme di letture scelte come strumenti terapeutici in medicina e in psichiatria. Come ad esempio fa Régine Detambel, scrittrice e kinesiologa francese, che nel volume I libri si prendono cura di noi (Ponte alle Grazie) raccoglie i numerosi contributi di studiosi che si sono occupati di biblioterapia, dal lavoro pionieristico di Sadie Peterson Delaney fino alle opere più recenti di Ouaknin, Spire, Picard e soprattutto l’Elogio della lettura di Michèle Petit.

La lettura aiuta fisicamente il corpo e lo spirito: proprio come una vera passeggiata dove il lettore abbraccia luoghi e persone che incontra durante il suo percorso di riflessione.

Pennac sosteneva che  “il verbo leggere, come il verbo sognare e amare, non sopporta l’imperativo”, quindi  scegliere il “proprio libro” diventa una azione importante nel nostro vissuto quotidiano.

Non tutti sono abituati ad entrare in libreria senza avere uno scopo, senza avere in mente un libro da ordinare. Invece lo si dovrebbe fare più spesso, dovrebbe diventare un’azione quasi quotidiana, tanto quanto si è abituati a percorrere i banchi alimentari di un mercato ortofrutticolo: perché il libro, come il cibo, è in grado di nutrire la nostra parte fisica, ed è utile ogni tanto “fare provviste” di un alimento che nutre giornalmente la nostra parte spirituale.

Uno studio dell’Università del Sussex ha scoperto che la lettura aumenta è più efficace persino della musica per rilassarsi e aiuta a combattere lo stress: sono sufficienti sei minuti di lettura in silenzio per rallentare la frequenza cardiaca e allentare la tensione muscolare.

Un team di neurobiologi dell’Università californiana di Stanford, guidato da Natalie Phillips, ha dimostrato poi che, durante la lettura, il flusso sanguigno al cervello aumenta notevolmente, in quanto  leggere non svaga semplicemente la mente, ma la impegna a fondo concentrandola sul testo e quindi diventa un ottimo esercizio mentale per mantenere giovane e scattante il nostro cervello.

Un buon libro ci costringe  a soffermarci più a lungo e a mantenere alti nel tempo i nostri livelli di attenzione e in un’epoca in cui si consumano troppo velocemente  informazioni-lampo o comunque molto sintetiche, permette di contrastare  il” technostress” facendoci  recuperare sia la capacità analitica  che la concentrazione. “

Umberto Eco disse che “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito … perché la lettura è un’immortalità all’indietro”.

Dunque viviamo, divertiamoci e leggiamo, perché è il miglior regalo che possiamo fare a noi stessi.

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