Clinica e benessere

L’Università Popolare di Milano: un nuovo approccio per la neurofisiologia ipnotica ed epigenetica

Alll’Ospedale di Busto Arsizio la prima Ricerca tutta italiana su un nuovo modello di intervento psicologico: un modello ipnotico con l’uso degli alimenti per riequilibrare il sistema nervoso. L’Università Popolare di Milano accoglie la ricerca scientifica dei due psicologi clinici varesini presso le proprie istituzioni internazionali.
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L’Università Popolare di Milano sostiene e promuove la ricerca scientifica e le sue ricadute tecnologiche.

L’Università Popolare di Milano nel 2016 è stata  uno dei partner d’eccezione del Premio GiovedìScienza insieme a Politecnico di Torino e Università degli Studi di Torino, incubatori di imprese degli atenei, Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino, Unicredit, Club degli Investitori, coinvolti dall’Associazione Centro Scienza Onlus nella kermesse che premia i giovani ricercatori under 35.

 

I Due psicologi della ricerca sono Nicola Crozzoletti e Pierpaola Roda, hanno lavorato per molto tempo nella clinica su aree sottocorticali con interazioni genomiche nutrizionali. In forma semplice l’uso di modello ipnotico con un particolare strumento di monitorizzazione per la valutazione degli stati di coscienza in tempo reale e le interazioni che gli alimenti scelti su base genetica hanno sul sistema nervoso. Già direttori clinici e diagnostici del Centro di Ipnosi clinica e Genomica nutrizionale della Casa di Cura “La Quiete” di Varese.
Dott. Crozzoletti, avete terminato a maggio i primi studi su un gruppo di pazienti volontari su questa particolare tecnica integrata in cui ponete un modello ipnotico con l’uso degli alimenti per riequilibrare il sistema nervoso. Ci può dire di più?

Lo scopo era quello di prevedere la possibilità studiare un modello terapeutico psicologico strategico ed integrato con l’uso dell’Ipnosi clinica e della Nutrigenomica ossia di come gli alimenti possono influenzare naturalmente il sistema nervoso ed alcune aree deputate ed associate ad alcuni disturbi psichici. Abbiamo utilizzato aspetti neuro psico fisiologici e della Nutrizione su base genomica e le interazioni degli stati modificati di coscienza. I primi risultati sono molto confortanti ora aspettiamo di osservare le conclusioni delle analisi definitive concluse da poco. 

I dati preliminari sono confortanti, cosa comporterebbe se ci fosse una conferma nella ricerca dr.ssa Roda?

Intanto vorremmo dire che senza la presa a cuore da parte della Direzione generale dell’Ospedale di Circolo di Busto Arsizio su proposta del Comitato Unico di Garanzia C.U.G. questa ricerca non esisterebbe. Ringraziamo anche la Banca Popolare di Bergamo e la Fondazione UBI per il contributo importante che ci ha dato, avremo modo comunque in sede prossima congressuale dare il giusto spazio a coloro che ci hanno voluto bene e creduto in questo progetto. Il nostro lavoro ha coinvolto varie figure, un Genetista molecolare e Ricercatore con il quale collaboriamo dall’inizio del nostro lavoro ed una neuropsicologa la dr.ssa Beatrice Tedoldi che con molta pazienza ha convogliato il suo tempo con le diagnosi cognitive fondamentali per apporre dati significativi alla ricerca. Il nostro modello ipnotico – biologico funzionale è stato strutturato nel tempo e rientra su un assetto di terapie brevi in grado con una serie di 8/12 incontri di inibire notevolmente le sintomatologie ansiogene e in taluni casi anche quelle depressive senza l’uso di farmaci; questi disturbi sono fortemente in aumento nella popolazione italiana; non da meno sono le possibilità che questo potrebbe comportare per l’utente in termini di costi e tempi e qualità cui verrebbe data la possibilità di accedere ai servizi direttamente scegliendo tra le prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale in un futuro prossimo. Quindi si potrebbe auspicare un servizio psichiatrico farmacologico, uno psicologico di supporto, uno psicoterapeutico ed uno neurofisiologico ipnotico ed epigenetico. 

Dott. Crozzoletti, nella depressione come si comporta questo modello psicologico e biologico  funzionale? 

La sindrome depressiva è sempre più considerata come patologia grave che intacca la salute dell’individuo, rendendo la propria vita un disagio esistenziale a volte impossibile da sopportare. Gli studi più recenti di neurobiologia e studi sul sonno hanno dimostrato che il cervello, opportunamente stimolato, possiede una propria capacità di rigenerarsi, questa proprietà che è fondamentale per la formazione del sistema nervoso centrale sin dal formarsi del feto, continua per tutta la vita di un individuo attraverso complessi e determinati momenti della nostra quotidianità. A livello clinico alcune condizioni psicopatologiche sono correlate ad una variazione del ritmo della neurogenesi, non solo, ma sembra dai dati che i disturbi psicologici come ansia, stress elevato, forme più o meno gravi di depressione possono alterare il nostro sistema infiammatorio e quello immunitario portando ad un condizionamento disfunzionale della salute dell’individuo e dell’equilibrio dei nostri neurotrasmettitori.

L’ipnosi clinica anche con gli studi applicativi analitici come strumento terapeutico ha, ed ottiene buoni risultati per ottimizzare la plasticità cerebrale ed è soprattutto evidente a livello dei collegamenti rappresentati dalle arborizzazione dendritiche dei singoli neuroni e delle aree funzionali organizzate; gli studi sulle neuroimmagini hanno già evidenziato questo.

La carenza di stimoli motivazionali del comportamento individuale riduce questa caratteristica, mentre il potenziamento e la ripresa di una vitalità degli stimoli lo aumenta. È tuttavia a livello sinaptico che la plasticità cerebrale assume una maggiore importanza per la spiegazione sia della patologia, che della guarigione. Un’ampia serie di dati sperimentali ha dimostrato che sono le esperienze positive che viviamo in differenti stati mentali che veicolano la nostra modalità di interagire attraverso una unità funzionale o disfunzionale nei confronti dei nostri bisogni e delle nostre paure. Poniamo quindi che il concetto di neurogenesi, fisiologicamente, è fortemente influenzato sia dagli stati depressivi, sia dall’aumento di glucorticoidi dati da sindromi stressorie ed ansiose che in una quantità eccessiva possono diventare neurotossiche, provocando danni anche permanenti alle aree ippocampali ed a diversi circuiti neurali. 

Nell’ambito clinico un nuovo approccio ipnotico neuropsicofisiologico, mira proprio a orientarsi in questo ambito, applicato attraverso l’uso di una monitorizzazione su entrambi i lobi frontali con misurazioni logaritmiche che stabilizzano le modalità di stati di coscienza durante la trance rendendo chirurgica la modalità interazionale di comunicazione usata nelle induzioni ipnotiche.
Dr.ssa Roda, ci può spiegare meglio in cosa consiste la differenza di questo approccio ipnotico rispetto alla modalità classica di ipnosi ? 

Questo approccio nasce grazie agli studi di differenti aree cliniche, analitiche, cognitive e neuropsicologiche, e dallo sviluppo di un particolare strumento di rilevazione degli stati di coscienza e dell’attività elettrica encefalica che utilizzo nella clinica. L’uso di un software di rilevamento delle unità logaritmiche dell’attività elettroencefalica ha comportato la possibilità di ottenere questo successo sperimentale e clinico. In un certo qual modo, permette di conoscere in quale stato coscienza si trova il paziente durante la trance e questo condiziona l’approccio delle differenti aree terapeutiche comunicative, sia di stampo analitico che cognitivo, producendo una intenso lavoro sia psichico che fisiologico a vantaggio del paziente nella durata e nella qualità della terapia impostata non solo sull’inibizione del sintomo in tempi brevi, ma anche sulla ristrutturazione cognitiva come processo di insight che stabilisce la via verso una costanza temporale dello stato desiderato. 
Il paziente quindi viene “educato” ad andare in trance in bande molto lente ed in questo caso è possibile lavorare sulle costanti temporali delle attività elettriche e le loro caratteristiche di attivazione fisiologica e di coscienza grazie ad un controllo visivo e immediato dello spettro. Differentemente le modalità di ipnosi senza l’uso di monitorizzazione risulta impossibile stabilire la variazione algoritmica dell’attività dei lobi frontali poiché le azioni di controllo delle variabili fisiche e fisiologiche non sono rilevate strumentalmente. 

Detto questo, concludono i due psicologi, l’uso di questo approccio clinico di neurofisiologia ipnotica viene utilizzato nella pratica clinica insieme a quelli ericksoniani e clinici -analitici nelle differenti modalità che utilizza gli stati mentali come stati modificati di coscienza capaci di influenzare il cambiamento. Le modificazione degli stati mentali, ciò che comunemente si indica come stati ipnoidei sono sede, vettori e precursori del nostro sentire emotivo e di una attivazione di complessi meccanismi biologici, neurofisiologici e dei sistemi pro-attivi del sistema infiammatorio e immunitario.

Questa ricerca abbiamo saputo che è stata accettata dalla University of United Popular Nations UUPN che ha sede presso l’Università popolare di Milano? Perché avete scelto una università africana per il vostro progetto?


“Dopo alcuni colloqui che abbiamo avuto in Italia, abbiamo visto che il progetto nostro sarebbe stato stravolto e ridimensionato nei suoi presupposti strutturali scientifici su cui poggia. Questo è capibile, l’orientamento di ogni gruppo di ricerca presuppone l’aderenza ai loro schemi e logiche. In Italia questo è molto evidente ed il sistema appare molto difensivo se non si proviene da strutture interne già collaudate.  I dati inviati, i numerosi colloqui avuti invece con la Presidente UUPN Dr.ssa Michelle Bonnet, il Vice presidente Rouger Toudie, i responsabili della Commissione scientifica internazionale africana UUPN con i suoi partners quali Università di Ouagadougou e Bouake ci hanno visto accogliere e favorire l’adesione alla loro rete internazionale universitaria cui si appoggerebbe la nascita con Nostra direzione scientifica autonoma del Primo Centro Interuniversitario di Ricerca sulla Neurofisiologia ipnotica e Genomica nutrizionale. Hanno capito il valore degli studi e ci hanno dato una possibilità, ci hanno dato gli strumenti”.

“Crediamo, ed ora non siamo e non saremo i soli, sia l’inizio di un nuovo modo di accostarsi ai disturbi psicologici dove gli alimenti su base genomica possono giocare un ruolo fondamentale nella salute mentale, dove l’uso degli stati modificati di coscienza e gli stati mentali possono favorire in tempi molto brevi la cura ed il trattamento di disturbi di Ansia, depressione e dello stress, fino al sonno con un ridimensionamento ove possibile della somministrazione farmacologia agendo in aree di funzionamento neurofisiologico già naturalmente predisposte dal nostro sistema nervoso”. 

BibliografiaBlalok.J.E (2005): The immune system as the sixth sens, Journal of International Medicine Arnold,M.E. (1959): “Brain Function in Hipnoses”, International Journal of Clinical and Experimental Hypnoses.
Arbib M.A. (2000): The mirror sistem, imitation and the evolution of language, in C.Nehaniv, K Dautenhahn(EDS) Imitation in Animal and artifact, Cambridge, MIT press
Biggio, G. (2004): “Sintomi Somatici le Basi neurobiologiche”, Simposio la Rilevanza dei Sintomi Somatici per laRemissione della Depressione
Dalla redazione di Varese: www.scienzaemente.it
Per approfondire: 

Università Popolare di Milano: i presupposti storici di oltre 100 anni di successi