Dal Centro Studi Erickson il Primo Convegno Internazionale di Logopedia

Dal Centro Studi Erickson il Primo Convegno Internazionale di Logopedia

Oltre 50 professori ed esperti prevenienti da Europa e America si incontrano per una due giorni di confronto sui più recenti studi e ricerche dedicate alla logopedia

Il Centro Studi Erickson organizza il primo convegno internazionale di logopedia per fare il punto sullo stato dell’arte della ricerca e dei risultati che si possono ottenere durante e dopo il percorso di riabilitazione.

 “La patologia o l’assenza di linguaggio spegne un canale comunicativo primario che può essere vicariato ma mai totalmente e compiutamente sostituito” – afferma Sofia Cramerotti, responsabile Ricerca e Sviluppo del Centro Studi Erickson – “Il logopedista è il professionista che si occupa della riabilitazione delle problematiche del linguaggio umano, con un intervento a tutto tondo che va dallo strumento che lo produce, la voce, alle competenze neurocognitive e psicologiche che lo sostengono, dalla sordità al linguaggio scritto, dalla multiculturalità alle problematiche proprie dell’età adulta o alle innumerevoli patologie che possono insorgere nel corso della vita”.

 

Il Convegno mira da un lato a esplorare le conoscenze scientifiche sulle quali si fonda la professionalità del logopedista, dall’altro ad approfondire la natura stessa della logopedia: interventi riabilitativi, lavoro multidisciplinare, inquadramento normativo giuridico, capacità di controllo degli esiti del proprio intervento e di gestione delle fasi della presa in carico, dall’inizio alla fine della terapia riabilitativa.

Per altri operatori (medici, psicologi, riabilitatori, educatori…), il Convegno offre conoscenze per un intervento integrato, rispettoso delle reciproche professionalità, con ampio spazio per contenuti clinici in workshop dedicati e con la possibilità di comprendere le possibilità e i limiti dell’intervento logopedico, al di là dei quali si possono esplorare altre possibilità di intervento educativo o assistenziale.

Il programma prevede una sessione plenaria – Il farsi e il disfarsi del linguaggio – aperta da Tiziana Rossetto, Presidente Federazione Logopedisti Italiani, con interventi di esperti dall’Università di Pittsburgh, Jana Marie Iverson, e Santander, Alfonso Borragán, oltre a Giovanni Valeri dell’Ospedale Pediatrico del Bambin Gesù di RomaMaria Cristina Caselli del CNR di RomaEnrico Castelli dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Santa Marinella, Roma, e Bice Trombetti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona.

Oltre 25, tra venerdì pomeriggio e sabato mattina, i workshop che affrontano diverse tematiche (sviluppo del linguaggio, DSA, multiculturalità, sordità, intervento riabilitativo in età evolutiva e adulta, supporti alla comunicazione, nuovi strumenti di valutazione) e strutturati in modo da permettere sia di seguire un unico filone di interesse, sia di spaziare fra l’eterogeneità degli argomenti proposti. A partire dalla diagnosi (Le linee guida nazionali per il disturbo specifico del linguaggio): la Tavola Rotonda è finalizzata alla condivisione dello stato dell’arte sui lavori preparatori per una Consensus Conference sui disturbi «specifici» di linguaggio. Enti promotori sono le associazioni CLASTA e FLI. CLASTA riunisce operatori e ricercatori che si occupano dello Sviluppo della Comunicazione e del Linguaggio, Tipico e Atipico, affiancando ricerca e clinica. La FLI rappresenta, presso tutte le istituzioni e il mondo politico a livello nazionale, europeo e in gran parte del resto del mondo, i Logopedisti. L’obiettivo comune a entrambe le Associazioni è la definizione del Disturbo Specifico del Linguaggio e l’individuazione di raccomandazioni per la diagnosi e l’intervento, attraverso una Consensus Conference che permetta una condivisione dei saperi e di protocolli di valutazione e intervento scientificamente fondati. 

 

Gli altri workshop si focalizzano sulle casistiche delle principali aree di intervento del logopedista, l’infanzia e l’adulto post-ictus: qui, in particolare, le linee guida italiane di prevenzione e trattamento dell’ictus mettono in risalto, attraverso specifiche raccomandazioni, l’importanza di una «riabilitazione precoce», quindi di una presa in carico del paziente già dalla fase acuta. L’afasia è uno dei problemi più drammatici che si possono verificare a seguito di un ictus ed è presente spesso quando la lesione cerebrale coinvolge l’emisfero dominante del cervello – usualmente il sinistro – talvolta anche con lesioni dell’emisfero destro in una larga parte dei pazienti mancini. In Italia si stimano circa 150.000 persone afasiche con 20.000 casi all’anno. Compito del logopedista è quello di osservare, valutare e monitorare il paziente dal punto di vista delle alterazioni delle funzioni cognitive e deglutitorie. L’intervento precoce logopedico si articola nelle sue tre attività di intervento diretto al paziente, di formazione e informazione al caregiver  ai familiari, nonché all’intero team. Il fine ultimo resta quello di migliorare le condizioni del paziente e il proprio outcome finale, attraverso un intervento razionale che si attiva già dopo le prime 48 ore e che ha un effetto sulla prevenzione secondaria.

 

Un interessante approfondimento tematico è dedicato all’apprendimento del bambino in situazioni di multiculturalità, un aspetto sempre più importante nell’ambito dell’evoluzione della società. L’apprendimento della letto-scrittura per i bambini in situazione di multiculturalità presenti nella scuola italiana rappresenta una difficoltà «variabile», molto dipendente dalle caratteristiche della lingua di origine più ancora che dalla proprietà di linguaggio orale. Questa considerazione è condivisa: empiricamente gli insegnanti sanno bene che nell’apprendimento dell’italiano provenire da una madrelingua di tipo neolatino è facilitante rispetto a una lingua asiatica di tipo tonico, ma ancora non disponiamo di test validati che confermino queste supposizioni.

 

Focus anche sulla balbuzie, un disturbo molto diffuso (ne soffrono 68 milioni di persone nel mondo) che impatta negativamente sullo stile di vita delle persone che ne sono affette e richiede un assessment multidimensionale che, oltre alla quantificazione del livello di severità delle disfluenze, comprenda anche il vissuto della persona che balbetta, in quanto diversi elementi eterogenei tra loro si combinano e interagiscono in modo poco prevedibile determinando un quadro clinico unico per ciascun individuo. Il workshop si pone l’obiettivo di illustrare la Behaviour Assessment Battery®: Batteria per l’assessment cognitivo-comportamentale ed emotivo della balbuzie (BAB), che si configura come strumento in grado di valutare le molteplici sfaccettature di questo disordine e le risposte emotive, cognitive e comportamentali che colui che balbetta manifesta in relazione alle proprie difficoltà di eloquio. Attualmente il BAB è l’unica batteria di autovalutazione, con dati normativi per la popolazione italiana (bambini e adolescenti di età compresa tra i 6 e i 16 anni), in grado di fornire al clinico un valido aiuto nella messa a punto di un percorso di terapia individualizzato.

 

Il convegno chiude sabato pomeriggio con una sessione plenaria interamente dedicata alla riabilitazione per fare il punto sui risultati attesi e quelli ottenuti, con un panel formato da Sara Panizzolo (Azienda Ospedaliera dei Colli, Napoli) che introduce l’argomento; Anna Giulia De Cagno (ASL Roma 3; Vicepresidente FLI); Raffaella Citro (FLI – Federazione Logopedisti Italiani); Luigi Marotta (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, S. Marinella, Roma); Jacopo Matteo Rancati (AUSL di Reggio Emilia, Patrizio Pasqualetti (Fondazione Fatebenefratelli, Roma); Maria Romani (Policlin.ico Umberto I, Roma).

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