LifeCycle: un progetto europeo per ridurre lo stress che mette a rischio la salute

LifeCycle: un progetto europeo per ridurre lo stress che mette a rischio la salute

L’Università di Torino unica italiana nel progetto europeo LifeCycle per la creazione del primo European Child Cohort Network per studiare i fattori di stress precoce e le ricadute sulla salute

Prende il via il progetto europeo LifeCycle finanziato con 10,4 milioni di euro nell’ambito delle attività Horizon 2020, che riunirà 250mila bambini e genitori nella prima rete europea di studi di coorte di nuovi nati, per condurre progetti di ricerca innovativa sulla salute respiratoria, cardio-metabolica e mentale. I risultati della ricerca saranno tradotti in nuove politiche di prevenzione e intervento focalizzate sulla prima fase della vita.

LifeCycle si basa su un metodo di ricerca innovativo che analizza il ruolo svolto dai fattori di stress precoce vissuti dagli individui (stili di vita, malattie, esposizione a farmaci o ad altre sostanze ecc.), a partire dal periodo embrionale, che influenzeranno la salute lungo tutta il ciclo di vita, dalla nascita all’età adulta..

L’Università di Torino, unico partner italiano del consorzio multinazionale e multidisciplinare che ne riunisce 18 provenienti da 10 diversi paesi europei e dall’Australia, riceverà un finanziamento di oltre 500 mila euro per sviluppare la componente metodologica, creare gli indicatori per valutare l’impatto dello stato socioeconomico sui tre outcome di salute del progetto (salute mentale, respiratoria e cardio-metabolica) e per contribuire con la coorte NINFEA agli studi specifici sugli effetti, e i meccanismi coinvolti, delle esposizioni precoci sulle traiettorie di salute mentale, respiratoria e cardio-metabolica.

Il progetto si propone di arricchire i dati già disponibili nelle singole coorti con nuovi indicatori di esposizione ambientale (inquinamento atmosferico, rumore, elementi urbani), socio economica (disponibilità economica famigliare, livello di studio, migranti di primo o seconda generazione) e di stili di vita (dieta, attività fisica, fumo e alcool, pattern di sonno). In quest’ottica saranno identificate le esposizioni che agiscono precocemente nella vita influenzando lo sviluppo e il rischio di malattie non trasmissibili nell’intero ciclo della vita, gli interventi per ridurle e per generare modelli predittivi di rischio e svilappare delle app sulle esposizioni precoci.

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