Quando la scienza incontra la pizza: intervista a Walter Caputo
Quando si pensa alla scienza, il connubio con il cibo non è del tutto immediato, anche se in anni recenti la necessità di diete mediche ed estetiche indirizzano un numero sempre crescente di persone verso una corretta alimentazione, che coniughi la necessità di un cibo sano con le esigenze del palato.
Il binomio alimentazione e scienza comunque non è un tema nuovo neanche per il grande pubblico. Esiste infatti un blog: “cibo al microscopio”, il cui autore, Walter Caputo, ha pubblicato in materia un libro che indaga sui segreti della pizza dal punto di vista fisico e chimico. “La pizza al microscopio” (Gribaudo, 160 pag., 14,90 euro), scritto in collaborazione con Luigina Pugno, divulgatrice scientifica di tematiche psicologiche, ambientali e alimentari, oltre che psicoterapeuta e sessuologa clinica, cerca di offrire al pubblico una versione fruibile di nozioni scientifiche più o meno complesse.
Walter Caputo, solida formazione in materie scientifiche ed economiche nonché esperto di sicurezza sul lavoro, in qualità di science writer e animatore scientifico si è occupato di comunicazione scientifica e trasferimento tecnologico, oltre che dell’alimentazione alla luce della scienza.
Lo abbiamo perciò interrogato su quali motivi possano spingere un professionista del settore economico /finanziario ad indagare nel mondo della pizza: “Innanzitutto la passione per la divulgazione scientifica. E poi la scoperta che la pizza è uno strumento ottimale per spiegare con parole facili un sacco di aspetti scientifici: ad es. la biologia dei lieviti, la fisica della cottura, la chimica della lievitazione….” Nonostante questo però- aggiunge – il segreto di una buona pizza “potrebbe essere riassunto in una battuta: “basta una margherita ed una bottiglia d’acqua, non serve altro”.
Alla domanda sul suo percorso di divulgatore scientifico, risponde in modo sorprendente che i suoi esordi “coincidono con una “soluzione” di una crisi di mezz’età. La mia prima passione è stata l’astronomia, in seguito è arrivata la matematica, la fisica e la chimica” e ricorda come fondamentale l’esperienza della divulgazione scientifica scritta per Gravità Zero fin dal 2008. Si dice infatti “affezionato alla forma e sostanza dell’articolo divulgativo on line, corredato da immagini ed eventualmente da video” perché il video, come unico mezzo, “è troppo riduttivo e toglie troppo alla narrazione”.
Il suo interesse per la divulgazione scientifica è tale da rendergli questa attività non pienamente soddisfacente perché “esistono troppe cose interessanti da conoscere” e il tempo “è comunque una risorsa scarsa”. Ha quindi già in cantiere un altro libro. Gli abbiamo perciò chiesto se sia stato mai deluso nella sua attività di divulgatore scientifico: “Talvolta può essere difficile far capire cosa c’è dentro un libro che hai scritto, e perché e per chi lo hai scritto”. Ma se dovesse dare un consiglio ad un principiante lo metterebbe subito in guardia da aspettative di facili ritorni economici perché il vero guadagno è la conoscenza dei fondamenti della scienza, che “di per sé, non ha prezzo”
Viviana Iavicoli
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