Benzodiazepine: come fare a meno di ansiolitici e ipnotici

Benzodiazepine: come fare a meno di ansiolitici e ipnotici

Il 5 settembre, sul portale medico “UNIVADIS” sono stati pubblicati articoli sulle “benzodiazepine”, una classe di farmaci noti per le loro qualità ansiolitiche e ipnotiche (induttrici del sonno), nei quali si evidenziano i rischi derivanti da un uso protratto e non controllato e si forniscono consigli per lo “svezzamento” da questi farmaci. In considerazione del fatto che questa classe di farmaci è una delle più abusate e, purtroppo, consumate cronicamente, abbiamo chiesto un parere al dott. Mauro Cucci, medico, neuropsichiatra, psicoterapeuta ed esperto in medicine non convenzionali (agopuntura, fitoterapia, omeopatia).

Dott. Cucci, cosa pensa in generale su quanto emerso in quegli articoli?

Mauro Cucci MD, neuropsichiatra, agopuntore, psicoterapeuta, fitoterapeuta

Mauro Cucci
MD, neuropsichiatra, agopuntore, psicoterapeuta, fitoterapeuta

benzodiazepine sono farmaci utili e di grande beneficio, ma devono essere usati correttamente e con buon senso in quanto un loro impiego scorretto può causare l’insorgere di dipendenza ed effetti collaterali anche gravi. Purtroppo da molti anni vengono troppo spesso prescritti e auto-prescritti in modo sconsiderato e l’uso cronico fa perdere loro gran parte dei benefici attesi. Già da tempo si conoscevano i danni derivanti da un uso protratto, ma si pensava che dipendenza ed effetti collaterali si instaurassero dopo periodi di assunzione molto lunghi. Gli articoli a cui fate riferimento mettono in luce invece che bastano poche settimane per esporre il consumatore a questi inconvenienti. Gran parte dei quali, soprattutto in pazienti anziani, finora irresponsabilmente sottovalutati.

In uno degli articoli si pone particolarmente l’accento sull’attenzione da porre allo svezzamento dal farmaco. Concorda con la prudenza e le raccomandazioni esposte?

Concordo pienamente! Un farmaco che crea dipendenza necessita di estrema attenzione e di tempi molto lunghi per essere completamente sospeso. Non bisogna aver paura di prolungare i periodi di svezzamento. Essi sono necessari per “convincere” l’organismo che può fare a meno del farmaco e che può ormai “far da solo”.

Fra gli strumenti suggeriti per condurre lo svezzamento vengono citati i “fitoterapici”. Questo da parte della medicina accademica rappresenta una novità, vista la generale diffidenza ancora presente nei confronti delle medicine non convenzionali. La diffidenza purtroppo c’è ed è ancora molto radicata, ma, ad oggi, è sempre meno sensata. La stessa FNOMCeO (Federazione Nazionale Ordini dei Medici e degli Odontoiatri) ha promosso, su indicazione di un provvedimento della Conferenza Stato-Regioni e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’istituzione di Registri Nazionali di 3 discipline, Agopuntura, Omeopatia e Fitoterapia, ai quali possono iscriversi solo professionisti dotati di preparazione ed esperienza provata e verificata. La stessa OMS da decenni produce documenti in favore dell’impiego delle medicine non convenzionali. Le banche dati contengono sempre di più studi randomizzati e controllati sull’efficacia di queste discipline. In ambito scientifico la prudenza è d’obbligo. La diffidenza preconcetta non è scientifica.

Torniamo all’uso dei fitoterapici. Il riconoscimento dell’appropriatezza nell’uso dei fitoterapici nello svezzamento da benzodiazepine rappresenta sicuramente una bella novità. Da tempo si conoscono le proprietà terapeutiche di molte piante e nella cura dell’ansia e delle insonnie, i prodotti vegetali che possono essere impiegati sono davvero tanti. Che si levi una voce ufficiale in loro favore è sicuramente positivo. Certo anche qui va usata prudenza e buon senso. Anche in questo campo la competenza medica è insostituibile e va assolutamente bandita l’auto-prescrizione. Mi permetto di aggiungere che un fitoterapico ben prescritto è , in genere, più sicuro dei farmaci di sintesi ed in molti casi, può costituire un’alternativa già all’inizio della terapia.

Nel campo delle medicine non convenzionali ci sono altre discipline che possono favorevolmente intervenire nei casi di ansia ed insonnia? L’agopuntura è sicuramente uno strumento adatto allo scopo. Molti disturbi d’ansia e del sonno possono essere curati e risolti con questo approccio. Tenendo conto anche che è un metodo, la cui applicazione è totalmente priva di effetti collaterali.

DOMANDE?

Potete contattare il dott. Mauro Cucci in una delle seguenti modalità:

  • Tel. 02 3570530
  • Mail: info@maurocucci.eu
  • Prendendo un appuntamento al suo studio in via V maggio 1, Milano

 

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